La giornata è stata lunga, dura. Alzarsi presto, arrivare in
Università, la rabbia per ciò che ci viene fatto da queste leggi che
sale dallo stomaco al cervello e poi torna giù, la tensione che sale,
il discorso da leggere, il nostro primo momento pubblico in Assemblea.
L'Aula Magna dei privati piena di studenti, di professori, di
ricercatori che si spellano le mani agli interventi di noi ragazzi del
collettivo, che vanno quasi in ovazione all'invito del professore di
scendere in piazza, l'emozione sale, "saremo in tanti" penso "è la
giornata giusta".
Alla fine ci ritroviamo in 60. Da un aula magna
piena a 60 persone. Mi viene da pensare perchè non frega a nessuno? Mi
sento dire che tanto quest'anno finisco e in Università non ci torno
più. La gente non capisce che si tratta non solo del nostro futuro, di
quello delle generazioni future, ma si tratta del futuro dell'intero
paese! Di un futuro che , a meno chè non ci spariamo domani, volenti o
nolenti ne facciamo parte tutti.
Nonostante ciò mi sento fiero. Sono
fiero che eravamo in 60, sono fiero di essere stato dei 60!
Chissenefrega se per ora nessuno capisce...capiranno, la storia è dalla
nostra parte. Sono fiero di sapere che sto lavorando in prima persona
per il mio paese. Ognuno di noi sta cercando di prendere in mano il
proprio futuro e anche quello di coloro che non capiscono, che se ne
fregano, che hanno altri interessi. Nessuno verrà mai a dirci grazie,
però siamo tutti appagati per ciò che facciamo, le emozioni che uno con
l'altro ci doniamo sono uniche e chi non prende parte non le capirà
mai.
Federico
venerdì 31 ottobre 2008
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