venerdì 31 ottobre 2008

commenti da Pisa

Mi è stato inviato un documento dai ragazzi di ingegneria dell'Università di Pisa che hanno commentato l'intervento della ministra. Ve lo incollo per intero, l'intervento originale lo potete trovare qui.


Il testo seguente è preso dal sito del Ministero della Pubblica Istruzione. Contiene notizie e dati falsi. In un paese normale un ministro sa di cosa parla, e non tira numeri a caso. Ma questo, evidentemente, non è un paese normale. Trovate i nostri commenti inline.

Ricercatori di Ingegneria contro la 133
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Dichiarazione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini
Roma, 24 ottobre 2008

Ho chiesto ai ragazzi se la scuola e l’università così come sono li soddisfino. Un’università ed una scuola che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Non è vero che in Italia si spenda poco per l’istruzione, anzi siamo tra i primi d’Europa. Il problema è che si spende male.

E’ inaccettabile che:
l’università italiana produca meno laureati del Cile
[Ric] Oltre a essere falso, è anche palesemente inverosimile. I laureati in Italia sono circa 301mila l’anno (2005, MIUR), in Cile sono 87mila (2006, min. dell’Istruzione cileno, dati consultabili via web).

abbiamo 94 università, più 320 sedi distaccate nei posti più disparati
[Ric] Potresti cominciare chiudendone qualcuna. Ti diamo un’idea: l’Ateneo e-Campus, Università telematica istituita con Decreto Ministeriale 30/1/2006 (governo Berlusconi bis, guarda caso). Per chi non lo sapesse, sono quelli del CEPU che si sono fatti la propria università (non stiamo scherzando). Oppure la Korè di Enna, l’università di Salvo Andò, che ha recentemente conferito la laurea “honoris causa” al ministro Alfano (neanche questo è uno scherzo).

ci siano 37 corsi di laurea con 1 solo studente
[Ric] Facci due esempi. Scommettiamo che non sei capace? A meno che non ti riferisca a corsi di laurea disattivati (tipo quelli del vecchio ordinamento), ai quali risulta ancora iscritto uno studente. Per quelli esistono i corsi mutuati. Nessuno tiene un corso di laurea in piedi, pagando venti e più professori, per un solo studente, anche perché la legge non lo consente: per tenere aperto un corso sono necessari dei “requisiti minimi”. Un ministro dovrebbe saperlo.

327 facoltà non superino i 15 iscritti
[Ric] Ancora: facci due esempi (che non siano finti, come quelli di sopra). E, se ne trovi qualcuna, chiudila. Tanto di guadagnato per tutti. E poi che scusa sarebbe questa per tagliare i fondi ad università con 50mila studenti, facoltà con 10mila, e corsi di laurea con più di cento?

negli ultimi 7 anni siano stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato ma i promossi siano stati 26.000. Nel 99,3% dei casi sono stati promossi senza che ci fossero i posti disponibili facendo aumentare i costi di 300 milioni di euro
[Ric] È grossolanamente falso. Gli idonei, (e non promossi: non siamo, infatti, alle elementari) sono 26000. I concorsi per associato, per legge, hanno la doppia idoneità. Quindi, ogni posto bandito comporta due idonei. Uno si prende il posto, l’altro si tiene l’idoneità, che non comporta spese per nessuno. La spesa c’è se un idoneo viene chiamato in servizio da un’università, che per farlo deve avere del budget disponibile. Se è disponibile, vuol dire che c’è. Quindi non c’è nessuna spesa pazza da giustificare. E comunque, negli ultimi sette anni il numero di associati in servizio è cresciuto di 930 unità, non di 26000, né di 13232 (dati 2005, MIUR). Nello stesso periodo gli studenti sono cresciuti di 150mila unità.

ci siano 5 università importanti con buchi di bilancio enormi (e sono i luoghi dove si protesta maggiormente) che avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni
[Ric] La nostra università è stata annoverata tra quelle “prossime alla bancarotta”. È falso. I nostri bilanci sono in pari, basta leggerli. Andranno in rosso dal 2010, ma solo grazie ai vostri tagli. Grazie per averci chiamato “importanti”, comunque. Se siamo importanti, perché ci tagli i fondi?

si siano moltiplicate cattedre e posti per professori senza tener conto delle reali esigenze didattiche dei ragazzi, aumentando la spesa per l’università in maniera inaccettabile
[Ric] Chiacchiere. Giusto per dare due numeri: dal 2002 al 2008, a Pisa, il numero di docenti è calato di 65 unità, e quello di tecnici amministrativi di 226 (dati del Rettorato).

non ci sia un’università italiana che figuri tra le migliori 150 del mondo
[Ric] Giusto. Le classifiche in vigore premiano la produzione scientifica, non la produttività scientifica, cioè la quantità di lavoro prodotto per euro speso. Se lo facessero, saremmo primi, e di gran lunga. Dacci gli stessi finanziamenti, vedrai che ti facciamo fare un figurone.

ci siano 5500 corsi di laurea, mentre in Europa ne troviamo la metà
Siano insegnate 170.000 materie rispetto alle 90.000 della media europea
nel 2001 i corsi di laurea fossero 2444, oggi 5500
[Ric] Peccato che dal 2001 ad ora siamo passati dal vecchio ordinamento, con lauree quinquennali, al nuovo ordinamento, con lauree su due livelli. Il fatto che i corsi siano raddoppiati è pertanto abbastanza ovvio. Se sono più che raddoppiati è perché il senso del 3+2 è di allargare l’offerta specialistica mantenendo contenuta quella di base.

i ragazzi siano sottoposti ad un carico di ore di lezione triplo rispetto alla media europea per trovare giustificazione a corsi fatti solo per dare cattedre.
[Ric] Ancora chiacchiere. Il sistema dei crediti formativi prevede un numero di ore standard. E poi, se anche fosse, cosa dovremmo fare? Dare via lauree facendo studiare le persone un terzo di quello che studiano adesso? È questa la tua idea di università di qualità?

Inaccettabile è che chi fa il ministro
non sappia di cosa parla

Inaccettabile è
pubblicare dati falsi sul sito del ministero
per fini di propaganda

1 commento:

Anonimo ha detto...

per quanto non la ritenga un'informazione fondamentale, per la questione del Cile, come è logico, ovviamente 'meno laureati' si intende in percentuale , non in valore assoluto.