Queste leggi tagliano i fondi a scuole e università, regalano ai privati la possibilità di entrare nei percorsi di formazione degli studenti: minano alla base il futuro delle giovani generazioni.
"L'onda anomala non si ferma!" era lo striscione di apertura della manifestazione e "noi la vostra crisi non la paghiamo" lo slogan più scandito.
Il corteo (autonomo da partiti e sindacati) ha voluto rompere il muro di silenzio che blocca la protesta studentesca a Reggio Emilia, portando le esperienze, le voci, i colori e la determinazione di centinaia di studenti.
Quando il corteo è arrivato nei pressi di piazza Del Monte, gli studenti universitari hanno simbolicamente bloccato le entrate di Unicredit Banca, una degli istituti finanziari simbolo della privatizzazione dell'Università di Reggio Emilia che, attraverso la fondazione Manodori (azionista di maggioranza del gruppo bancario), elargisce fondi alle facoltà reggiane. Se da una parte il ministri Gelmini e Tremonti tagliano fondi all'Università Pubblica per finanziare le banche in tracollo economico, le stesse banche, attraverso la loro presenza nelle facoltà, minano alla base la libertà di didattica e ricerca.
Ed è stato proprio questo il leit motiv dell'azione: "voi bloccate il nostro futuro, noi blocchiamo voi!".
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